Energie rinnovabili, economia circolare e bioeconomia

Energie rinnovabili, una sfida non più prorogabile

I recenti eventi che si sono susseguiti sul panorama internazionale hanno evidenziato le difficoltà del nostro Paese sul fronte degli approvvigionamenti energetici. Prima la pandemia poi la guerra in Ucraina hanno infatti messo in luce l’importanza di politiche energetiche serie in grado di attenuare la dipendenza del nostro Paese dall’estero. Se consideriamo che prima dello scoppio del conflitto in Ucraina, la Russia rappresentava il principale fornitore di gas del nostro Paese, garantendo il 40% degli arrivi complessivi, le difficoltà appaiono dunque evidenti. Infatti, il solo presagirsi dello stop delle forniture di gas dal Paese convolto dal Conflitto, ha alimentato subbuglio nell’intero Paese generando un clima di forte instabilità che si è riversato immediatamente anche sul tessuto imprenditoriale e sul comparto agricolo con evidenti ripercussioni sui costi dei fattori produttivi. Pensiamo ad esempio ai fertilizzanti, le cui quotazioni sono ancorate ai prezzi degli energetici.
Ed è proprio in questo contesto che si colloca il percorso avviato ormai da anni sulle energie rinnovabili, ovvero quei prodotti energetici realizzati da fonti che non si esauriscono e che sono caratterizzate da un impatto ambientale in termini di emissioni decisamente inferiore alle tradizionali fonti fossili

La classificazione delle energie rinnovabili è ampia e comprende al suo interno, ad esempio: l’energia solare, eolica, idroelettrica, marina, geotermica e da biomassa (bioenergie). 

Secondo alcune proiezioni la capacità cumulativa di energia elettrica da fonti rinnovabili, nel solo continente europeo, aumenterà di quasi il 60% tra il 2022 e il 2027 con una crescita di oltre il doppio di quella registrata nel precedente quinquennio (2016-2021).

In questo conteso, le aziende agricole detengono un ruolo centrale nella valorizzazione delle proprie attività anche a fini energetici oltre che ovviamente per la produzione di prodotti agricoli e di cibo indispensabili per un fabbisogno alimentare crescente. Come sostenuto dalla Coldiretti, risulta importante guidare questo processo con strategie in grado di premiare i sistemi di economia circolare che valorizzino gli scarti di produzione e i reflui zootecnici e al contempo risulta cruciale contrastare forme speculative che, invece, mirano a depauperare il territorio ed il tessuto produttivo agricolo, come ad esempio l’utilizzo di terreni agricoli produttivi per l’istallazione di pannelli fotovoltaici a terra. Tema, quest’ultimo, che è stato al centro dell’incontro “Il consumo di suolo: il costo per la società” che si è tenuto a Casa Coldiretti a Firenze a cui ha partecipato l’assessore regionale all’ambiente, Monia Monni in vista della definizione delle aree idonee e non idonee su cui sarà possibile installare gli impianti per la produzione di energie rinnovabili in Toscana. Coldiretti ribadirà, nell’ambito del tavolo tecnico regionale, l’assoluta contrarietà al consumo di suolo fertile per l’installazione di pannelli fotovoltaici a terra nei suoli agricoli. Secondo Coldiretti ci sono tante superfici, già antropizzate, come le coperture di case, stalle, magazzini, cantine, parcheggi che possono essere sfruttate senza consumare un centimetro in più di terreno”.

Il progetto Agoragridue è finanziato dal Programma di Sviluppo Rurale della Regione Toscana 2014-2022 Sottomisura 1.2 “Sostegno ad attività dimostrative e azioni di informazione” – Annualità 2022